E’ di oggi un’ennesima “perla di saggezza” del nostro venerando Presidente della Repubblica dalla Slovenia, dove si trova in visita ufficiale: “Ai Mercati occorre dare un’immagine del Paese consapevole”. Mi ricordo che, quando ero giovane ed ahimé avevo un’educazione cattolica impartita in una scuola “parificata”, il mio insegnante di catechismo citava la famosa frase attribuita a Gesù “Date a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio” (Ἀπόδοτε οὖν τὰ Καίσαρος Καίσαρι καὶ τὰ τοῦ Θεοῦ τῷ Θεῷ), come riportato dai vangeli sinottici. Dunque c’insegna, il nostro amato Presidente, che il posto una volta occupato dal noto finanziere nonché esimio economista Gaio Giulio Cesare (Ottaviano Augusto, ovviamente), esponente di spicco del clan della gente Julia, vada oggi lasciato alle, altrettanto famose e degne d’onori, Borse. Una volta c’era l’altra “mente” dell’ex PCI Massimo d’Alema che andava a sentire a Londra cosa dicevano i “Mercati”, evidentemente è un “vizio” di partito tendere l’orecchio verso questi signori “Mercati”, che quindi sono ufficialmente riconosciuti come i soli Signori incontrastati dei destini del mondo. Tutto questo mi starebbe pure bene, se non fosse che una domanda mi sorge spontanea dal profondo: ma chi l’ha detto che bisogni lasciare i nostri destini in mano ai potentati economici davanti ai quali la Politica, già da tempo, s’è genuflessa delegandogli tutti i suoi poteri? Nessuno! L’hanno deciso loro stessi e noi tutti, come attratti da un pifferaio magico, continuiamo a dargli credito, facendoci rovinare la vita, anche grazie ai nostri esimi rappresentanti in Parlamento. 


Masaccio – Cesare ed il tributo


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