La finestra di Overton

La finestra di Overton

In “Hammerstein oder Der Eigensinn” (Hammerstein o Dell’ostinazione) Hans Magnus Enzensberger, scrittore e poeta tedesco, parlando del generale Kurt von Hammerstein-Equord (e della sua famiglia), capo di stato maggiore dell’esercito tedesco quando Hitler prese il potere, fece un’ottima descrizione del clima che si era creato in Germania alla fine della Repubblica di Weimar al fallimento dell’opposizione al regime, passando dal richiamo dell’utopia comunista alla guerra fredda. «A differenza dei politici di Weimar, Hitler fu abile nel convogliare le paure e l’energia distruttiva delle masse», scrisse Enzensberger. «La sensazione di impotenza portò la maggioranza dei tedeschi a rifugiarsi proprio nell’estremismo di Hitler: in molti si convinsero infatti di poter trovare in lui protezione e sicurezza». Eravamo all’indomani della Crisi economica del ’29 e l’incertezza regnava sovrana. Fu così che, come scrive l’autore tedesco, un intero popolo si lasciò andare alla nuova ideologia, credendo di trovare in essa una via d’uscita per i propri guai e non rendendosi invece conto di incanalarsi in un vero e proprio tunnel di accondiscendenza acritica e conformismo cieco. In pratica la gente si lasciò avvolgere dalla falsa sicurezza offerta dalla propaganda di regime, che sapientemente creò all’interno degli strati sociali un profondo solco tra quanti aderirono bovinamente al regime e i pochi che cercarono di opporvisi.

Questo tipo di cose sono di quelle che da noi in Europa solitamente la mia generazione è stata abituata a leggerle sui libri di Storia. Mai avrei pensato in vita mia di dover un giorno vivere esperienze di questo genere direttamente. E questo anche solo fino ad un paio di anni fa. Ed invece l’incredibile sta avvenendo con la scusa della “pandemia”, quest’enorme pantomima montata ad arte dalle élite mondiali per trasformare il mondo così come nelle loro menti malate hanno stabilito che si debba evolvere.

In realtà hanno preparato il campo da lungo tempo e quanto accaduto negli ultimi due anni della vita di tutti noi non è altro che il risultato di qualcosa che parte da lontano, per la precisione da alcune decine d’anni. Almeno a partire dagli Anni Settanta, ma con un’accelerazione decisa fin dalla caduta del Muro di Berlino. Da allora sistematicamente sono stati apportati cambiamenti sostanziali nella società, a partire dal filone dell’istruzione (come ho ampiamente spiegato altrove).

 

I guardiani del potere

Oggi passeggiando per una città come Berlino, così come Roma, Parigi o Londra, per rimanere solo in Europa, si possono vedere migliaia e migliaia di giovani sicuri di sé, belli, sani, alla conquista del mondo. Quel mondo che è stato creato per loro dalle élite. Li hanno infatti fatti studiare sui libri preparati appositamente per formarli, gli hanno creato istituzioni ed enti che li abituassero ad essere “mobili”, o per meglio dire apolidi, attraverso programmi di scambio universitari quali il tanto decantato “Erasmus”. Li hanno abituati a trovare “normale” fare lavori sottopagati e ad essere perpetuamente precari, senza poter fare progetti a lungo termine, mettendo radici, come si diceva una volta, da qualche parte. Gli hanno spacciato la società multiculturale per cosmopolitismo (che sono due cose estremamente differenti), facendogli credere che il non avere tradizioni proprie fosse motivo di orgoglio, in quanto pronti ad “accettare l’altro”, il “diverso”, integrandolo. Già, integrandolo, ma in cosa? In un mondo globale e globalista, dove tutti sarebbero uguali, intercambiabili, sostituibili.

Queste nuove generazioni sono cresciute pensando che il “gender” sia un concetto negativo a prescindere, che i diritti delle minoranze si difendano a scapito di quelli delle maggioranze, a prescindere dalla loro valenza e da cosa si è dovuto fare da parte di altre generazioni per ottenerli, magari a costo della vita di molti. Queste nuove generazioni, sulle quali ancora molto altro si potrebbe dire (ad iniziare dalla grandissima supponenza che le contraddistingue non supportata da una preparazione effettiva), sono quelle che, invece di rappresentare la parte più avanzata della società, quella più “rivoluzionaria” e contestataria dell’ordine costituito, sono la più reazionaria, più pronta a rispondere ai comandi delle élite che le hanno fatte formare. Sono quelle che non mettono in discussione la narrazione corrente degli eventi, che obbediscono come tanti burattini agli ordini che vengono dall’alto, siano essi rivolti direttamente alla loro categoria, sia facendosi prodi controllori affinché vengano rispettate le norme imposte all’ambito sociale da chi comanda. Sono in pratica tanti piccoli soldatini, pronti come la “Hitler-Jugend”, la gioventù hitleriana che il nazismo, attraverso l’eliminazione di ogni forma di individualismo, la Gleichschaltung, ossia la “sincronizzazione” o “allineamento” del popolo tedesco al “nuovo ordine”, forgiava per ottenere fedeltà ed obbedienza alla propria ideologia.

Ebbene, costoro sono oggi i “custodi” del verbo, che redarguiscono e stigmatizzano i dissenzienti perfino più degli altri “allineati” di età più avanzata. Questi ultimi sono conformi o per semplice ignoranza o per convenienza, fingendo di non capire quando in realtà avrebbero i mezzi per comprendere benissimo quanto sta accadendo attorno a loro.

 

Politici, giornalisti e uomini di Stato

Una categoria a parte sono i politici ed i “giornalisti”. Esseri prezzolati per lo più, o rientranti comunque nella genìa degli “utili idioti” di leniniana memoria. Ho scritto qui di come si siano messi subito a disposizione del “potere” per avallare la narrativa corrente sul virus e le sue “varianti”.

Recentemente sono però rimasto letteralmente scioccato da una puntata di una delle trasmissioni di punta della narrazione del regime: “In Onda”, condotta da David Parenzo e Concita De Gregorio. Oltre a questi due fedeli propagandisti della “verità”, vi hanno partecipato il costituzionalista Sabino Cassese, Matteo Bassetti (infettivologo ed autentica star televisiva), Candida Morvillo editorialista del “Corriere della Sera” (sempre di Cairo editore, come “La7”) e Gerardo Greco giornalista televisivo, nonché mio ex (per fortuna) compagno di studi universitari. Ebbene in tale trasmissione, dove è stata fatta l’ennesima apologia del vaccino salvifico, la cosa scioccante è stata la continua demonizzazione dei non vaccinati, additati come veri e propri untori e causa dei molto probabili futuri provvedimenti di nuove restrizioni dovute alla risalita dei “contagiati”. Ovviamente questa volta a causa delle varianti, in particolare della famosa (per non dire famigerata) variante Delta.

A prescindere dall’assioma falso (giacché le varianti sono causate semmai dai vaccinati, tant’è che si contagiano pur essendo tali, ossia come pensano loro protetti), ciò che come dicevo mi ha veramente scioccato e preoccupato e stato il clima di autentica “caccia alle streghe” e demonizzazione rivolta nei confronti dei non vaccinati. Categoria della quale mi fregio di appartenere con orgoglio, pur avendo avuto il Covid-19 ed essendo andato a finire in terapia intensiva.

In particolare mi hanno impressionato le parole di quello che dovrebbe essere un “uomo di Stato”, il professor Cassese, giudice emerito della Corte Costituzionale. Ebbene l’esimio professore, che dovrebbe essere il custode dei diritti sanciti dalla Costituzione, ha dato una bella lezione di realismo a tutti noi, invocando il principio di machiavelliana memoria (Machiavelli in realtà non lo espose in nessuna delle sue opere, ma fu Guicciardini a riportarlo) secondo il quale il “fine giustifica i mezzi”. Pertanto citando dei precedenti “illustri” di leggi risalenti al 1939, 1963, 1966, 1991 e del 2017, che prevedevano, per altri vaccini, l’obbligatorietà, si è detto assolutamente certo della giustezza dell’obbligatorietà del siero miracoloso contro la Sars Cov 2. «Vuoi andare al cinema? Vuoi andare in discoteca? Devi essere vaccinato», ha esordito il buon professore. In pratica ha sancito il ricatto sanitario per legge. Quindi non si tratterebbe di «una vaccinazione obbligatoria totale per 60milioni di abitanti, ma tutti coloro che vogliono svolgere un’attività possono farlo se hanno una copertura vaccinale».

In pratica, ci sta dicendo il buon professore, se non ti fai inoculare il siero sperimentale che impongono le multinazionali del farmaco sei fuorilegge, e quindi ti assumi volontariamente la responsabilità delle restrizioni a cui sarai sottoposto, e verrai additato al pubblico ludibrio. Proprio come si faceva una volta con gli ebrei a cui si faceva cucire sugli abiti una stella gialla. Ha poi chiosato che la cosa deve avvenire per gradi e che la politica deve, prima d’imporre l’obbligo indistintamente per tutti, imporre l’inoculazione vaccinale per potersi muovere liberamente nell’ambito sociale, ossia per andare al ristorante, o in discoteca o ad un cinema. Bisogna agire con prudenza e progressività. In pratica bisogna abituare la gente a questo concetto, come il per il principio della “rana bollita” ben espresso da Noam Chomsky. Tuttavia un piccolo particolare che deve essere sfuggito al noto costituzionalista è dato dal fatto che i “vaccini” sono stati autorizzati dall’EMA per la malattia Covid-19 e non per l’infezione Sars Cov 2, come spiega qui l’avvocato Renate Holzeisen. Quindi la vaccinazione obbligatoria oltre che essere inutile, è per giunta illegale, visto che viene spacciata per protettiva nei confronti dell’infezione (la malattia non c’è scritto da nessuna parte che me la debba prendere).

 

La realtà plasmata

Si sta creando lentamente un clima di assuefazione (proprio come quella di cui ho parlato all’inizio dell’articolo durante la Germania nazista) fra la gente ad una narrativa falsa, ma avallata da tutti costoro dalla mattina alla sera. E come fanno per arrivarci? Con un meccanismo tanto semplice quanto diabolico: la cosiddetta “finestra di Overton”. Quest’ultima è una vera e propria tecnica di ingegneria sociale, esposta da Joseph P. Overton, sociologo ed attivista statunitense morto all’età di 43 anni nel 2003 a seguito di un non ancora chiarito incidente di volo. In pratica si tratta di una tecnica di persuasione e di manipolazione delle masse, in particolare di come si possa trasformare un’idea da completamente inaccettabile per la società, a pacificamente accettata ed infine legalizzata (ne troverete un’ottima spiegazione nel video che carico in fondo all’articolo).

Il problema più grande è che si sta creando in questo modo una lenta e quasi inavvertita spaccatura nella società. C’è un settanta per cento di persone che aderisce o ha già aderito a questa narrativa dell’obbligo vaccinale e del cosiddetto “green pass”, il lasciapassare verde, mentre una minoranza del trenta per cento sarà sempre più emarginata e stigmatizzata.

Se non avverrà un risveglio delle coscienze a breve, temo e prevedo tempi molto bui per l’umanità intera.

 

© Youtube Pensiero Diverso

Trent’anni di transizione, a nostra insaputa

Trent’anni di transizione, a nostra insaputa

Io ho sempre ritenuto la nostra attuale classe politica come inadeguata all’evolversi della situazione storica. I motivi sono molteplici, ma in questo articolo è ben spiegato cosa sia avvenuto negli ultimi 30 anni, dalla caduta del Muro in poi. Anzi, a partire da prima di essa. Il Capitale dell’epoca preparò a tavolino la transizione del mondo dal periodo storico dell’Unione Sovietica a quello post stato totalitario, favorendone il collasso interno ed esterno. Non fu di certo un caso l’elezione a Pontefice di Karol Wojtyla (guarda caso primo Papa non italiano dopo 455 anni), e la morte del suo predecessore Albino Luciani. Occorreva che la Chiesa favorisse determinati fenomeni rivoluzionari ad Est e il cardinale di Cracovia faceva all’uopo.
Da noi, come dicevo, la vecchia classe politica non capì cosa stesse avvenendo e fu lentamente, ma inesorabilmente messa da parte, anche con il famoso processo di “mani pulite”. Che i partiti prendessero finanziamenti illeciti lo sapevano tutti da sempre, ma non fu un caso che si fece scoppiare lo scandalo all’epoca in modo da spazzare via quel che restava della politica venuta fuori nel dopoguerra. Occorreva mettere al comando uomini “nuovi”. Fu così che i pupilli dei vecchi politici videro l’occasione per farsi avanti, pensando di essere gli interpreti di un rinnovamento che  in realtà era pilotato, in gran parte a loro insaputa. Soprattutto nella Sinistra il fenomeno prese piede e fu così che gente come D’Alema andava a Londra a sentire cosa dicevano i “mercati”. Proprio quei mercati che avevano architettato il tutto. Questa nuova “classe” politica fu in parte usata e in parte si riprodusse con tutta una serie di parvenu e gente incompetente che non faceva altro che assecondare il gioco del Capitale. Quest’ultimo, pian piano, si trasformò in Capitale finanziario, prendendo progressivamente il posto di quello tradizionale, grazie anche all’abolizione del Glass-Steagall Act da parte di Bill Clinton. Il Capitale finanziario ha da allora progressivamente favorito in tutti i modi possibili la propagazione della globalizzazione, a partire dalla creazione (ovviamente già da lungo tempo programmata) dell’Unione europea che non a caso, al di là delle belle parole usate per far credere alla gente ad un progetto che in realtà non è mai esistito nelle intenzioni di chi l’ha creato, è di fatto solo quella dei capitali internazionali, liberi di fare e disfare a proprio piacimento ciò che vogliono. Per questo scopo è stata favorita una “classe” politica di inetti e parvenu, affinché mettesse in atto il compito sporco di eliminare tutte le resistenze costituite dai diritti socio-economici ottenuti nel secolo scorso, attraverso dure lotte sociali e sindacali. Quando poi le posizioni si sono rafforzate sufficientemente, il nuovo Capitale finanziario ha deciso che era giunto il momento di mettere direttamente propri uomini al comando degli Stati nazionali, ritenendo non più necessario utilizzare i polli da batteria che erano cresciuti nel corso degli ultimi anni. Così si è creata una propria “classe politica” rappresentata dai vari Monti, Rajoy, invece di Junker o Tusk nelle istituzioni europee, o ha favorito i parvenu come Renzi, permettendogli di arrivare alle leve del comando con una certa facilità. Oppure ne crea in laboratorio in tempi ristrettissimi per contrastare eventuali focolai di ribellione che si manifestano attraverso il consenso dato a personaggi “populisti” come la Le Pen, e crea dei veri e propri esseri artificiali come Macron. I pochi veri politici internazionali rimasti, leggi Merkel in Germania, sono al servizio della propria élite finanziaria nazionale che ne alimenta il potere. Certamente questa è una classe politica ancora di vecchio stampo, ma totalmente venduta ai voleri della classe finanziaria, quindi il discorso non cambia se non per il fatto che riesce ancora a mediare con la seconda per poter mantenere una certa autonomia decisionale politica che la rende, almeno all’apparenza, efficiente ed autonoma davanti al popolo. In altre parole, in modo intelligente, dà a vedere di dare un colpo al cerchio e l’altro alla botte concedendo finte politiche sociali, mentre di fatto favorisce il Capitale che la comanda (come è sempre avvenuto storicamente). Tuttavia il malessere sociale si manifesta anche in questo Paese appunto in Francia con la Le Pen) e si cerca di arginare il fenomeno attraverso il discredito e fomentando paure di ogni genere. Ad esempio il fenomeno terroristico di stampo “islamista” è una delle forme messe in atto dal Capitale per orientare le masse verso un maggior controllo spacciato per maggiore sicurezza e, nel contempo, per distrarre l’opinione pubblica da ciò che si sta attuando realmente. Si dà in pratica un nemico esterno verso cui riversare il proprio malcontento e si deviano le paure verso un fenomeno creato ad hoc, con la complicità dei Servizi di mezzo mondo. Anche se qui si aprirebbe un altro capitolo inerente l’utilizzo dei Servizi di mezzo mondo a scopo di battaglia fra gruppi di potere nazionali e sovranazionali. 
Nel contempo nell’ambito sociale si promuovono tutta una serie di “armi di distrazione di massa”, come finti scandali di cui far parlare l’opinione pubblica per mesi (vedi quello recente degli abusi sessuali nel mondo dello spettacolo), oppure si promuovono cause di principio anche giuste, come il matrimonio per gli omosessuali, ma usate al solo scopo di “distrarre” un’opinione pubblica becera e poco attenta da quelli che sono i reali problemi che dovrebbe tenere sotto controllo. Oppure si fa discettare la gente per mesi sullo Ius soli, cosa già regolamentata e che si potrebbe, al limite, rivedere nelle sedi opportune con semplici modifiche marginali. Cosa c’è di meglio che parlare di “Stepchild adoption”, usando volutamente termini inglesi per confondere ancor più le idee a chi già è molto “disattento” di suo. In pratica è il concetto dello stolto che guarda il dito e non la Luna. Ti fomento l’opinione pubblica su cose marginali, che faccio parlare e scannare su cose del tutto marginali, o che comunque potrebbero e dovrebbero essere affrontate con altri tempi e in altri modi, per non fargli cogliere il momento storico che gli si sta imponendo e ciò che gli si sta facendo passare sotto il naso.
In pratica è il vecchio concetto usato dai Romani del “divide et impera”, dividi e comanda, cosa c’è di meglio per controllare un popolo che si sta sempre più “webetizzando” (per usare un termine di un giornalista italiano)? Il popolo lo si vuole, ovviamente, tenere nell’ignoranza, perché un essere che non sa, non si pone domande e non pensa troppo. Quindi meglio il calcio o il Grande fratello, piuttosto che Maria De Filippi o Domenica in, versione moderna. Oppure ci sono i social media come Facebook, potentissimo mezzo dove questa politica del caos è messa in atto all’ennesima potenza. Tutto e il contrario di tutto, dai gattini alle false notizie, dalle finte petizioni per vedere se si è sensibili a determinati argomenti, al “siamo tutti Charlie Hebdo”, usato per vedere chi è influenzabile e su quali argomenti per l’appunto. E direi che da questo punto di vista il successo è massimo. Una marea di esseri influenzabili, che non vogliono sforzarsi di pensare e passano le proprie giornate a cliccare sullo schermo di un cellulare, nella falsa illusione di sentirsi ancora vivi, ma ignorando, purtroppo, di essere stati uccisi già da tempo. Me compreso!

 

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