A discapito del titolo che ho dato a queste mie riflessioni, che a dire il vero ricorda qualche titolo di film tratto da fumetti fantastici, il problema suscitato dall’intervista rilasciata alla fine di settembre alla BBC da un sé dicente broker finanziario è serio. Già il bell’articolo di Federico Rampini, scritto per Repubblica il 16 aprile del 2010, metteva in rilievo l’importanza avuta dalla banca d’investimenti americana nei “guai finanziari” della Grecia. Il punto è che la politica europea “sembra” non accorgersi di ciò che sta accadendo e il FMI si comporta allo stesso modo.
In Italia, così dicono gli analisti, la situazione non è come quella greca: è peggiore, secondo me! Io lo sostengo da più di un anno (non che la mia opinione conti qualcosa, ma possibile che fossimo in pochi ad accorgercene fra la cosiddetta pubblica opinione?) per due motivi: primo perché l’Italia ha un debito pubblico molto più elevato di quello greco, secondo perché l’economia italiana, visto il mancato investimento in rinnovo di tecnologia, in ricerca, in politiche per lo sviluppo, non avrà modo di risollevarsi nel momento in cui se ne desse l’opportunità anche per migliorato contesto internazionale. E’ vero che le famiglie italiane sono sempre state portate ad un maggior risparmio personale, rispetto alla media europea, ma visto il mancato sviluppo in cui ci troviamo dubito che tali fondi possano rappresentare una valida ancora di salvezza per il piccolo risparmiatore. 
Vista la situazione generale possibile che la classe politica europea e nostrana non si rendano conto che il conto salato delle speculazioni altrui non possono pagarlo sempre e soltanto i soliti noti? Non percepiscono che si rischia concretamente la sollevazione popolare determinata da un diffuso malcontento socio-economico? Spero di sbagliarmi, da un lato, dall’altro mi auguro che qualche manifestazione in tal senso possa far capire a chi di dovere che è ora di far pagare il conto a chi non l’ha mai fatto finora ed ha, al contrario, beneficiato degli aiuti delle economie di mezzo mondo facendosi passare per “vittime” che avrebbero trascinato alla rovina tutti. E’ forse ora che, in particolare da noi, inizi a pagare chi non l’ha mai fatto e che la ricchezza venga ridistribuita in modo più equo, rendendo possibile vivere in modo dignitoso a tutti e non solo ad una piccola oligarchia di privilegiati, protetti ed intoccabili.
Il destino del mondo è nelle mani di chi deciderà di dire basta a tutto questo.
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Nemulisse

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