I. Kant aveva provato ad enunciare un’etica basata sulla pura ragione, secondo la quale l’uomo doveva essere al centro di tale etica: il nostro mondo non è andato, direi, in tale direzione, anzi…
L’immigrato è considerato non come essere umano in sé e per sé, ma solo in quanto essere che può produrre e contribuire all’economia; lo stesso concetto è valido per noi stessi, non immigrati, ma esseri che devono produrre, attraverso la tecnica, e che valgono solo in quanto mezzi di produzione.
Non c’è futuro in un mondo dove l’essere non ha scopo alcuno se non quello di manifestare se stesso attraverso la produzione, lo sfruttamento dell’esistente, di ciò che lo circonda e di chi lo circonda. Come diceva Nietzsche Gott ist tot, Dio è morto, cioé non c’è più nel mondo moderno la spinta emotiva creata dal concetto fideistico-escatologico di un Essere verso cui tendere. Non c’è più il concetto di un “possibile futuro” che dia un senso al vivere quotidiano, che dia speranza verso un domani migliore: “l’immortalità” dell’uomo è scomparsa con la perdita di senso del futuro verso cui tendere, qualunque esso sia, religioso, politico, sociale. Ciò che rimane è un senso di vuoto ed inutilità che rende il vivere quotidiano la cosa più difficile da portare avanti, senza più speranza, senza più illusioni, senza più stupore e passioni: rimane, per chi ne ha il coraggio, la mera sopravvivenza!
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Nemulisse

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