Un grande circo. Solo questa è l’immagine che userei per definire l’attuale momento politico italiano. La frenetica corsa dei “partiti” (sarebbe opportuno chiamarli così solo in virtù del participio passato del verbo partire, ossia nel senso che sono belli che andati… da tempo oramai) a salire sul carro del vincitore, quel Mario Draghi di cui ho ricordato la figura qui, è uno spettacolo di una tristezza unica e palesa completamente il vuoto cosmico in cui è precipitata la Politica in Italia. Nessuno escluso. La finta opposizione manifestata da “Fratelli d’Italia” di Giorgia Meloni, entrata nell’Aspen Institute, è solo che funzionale a non far dire che il “salvatore della Patria” ha ottenuto un consenso bulgaro, da Paese governato da un sistema dittatoriale, mascherato da democrazia.

Esempio lampante di questo circo è la finta “riflessione” di Beppe Grillo, un comico che si è da tempo venduto a quegli stessi poteri forti che, un tempo, diceva di voler combattere. Il partito da lui creato (cui inizialmente avevo aderito anch’io,  ed è stata la prima e l’ultima volta in vita mia che ho fatto una cosa del genere, illudendomi che fosse realmente “rivoluzionario”) è stato funzionale al “sistema”. E questo per convogliare la rabbia della gente nei confronti di una classe politica oramai completamente inconsistente e perpetuatrice del proprio potere,  ai danni dell’interesse reale del popolo che gli aveva dato il proprio consenso (quando era stato possibile votare, cosa praticamente oramai inutile per la qualità dei possibili rappresentanti, oltre che una forma di democrazia, tale o  presunta, praticamente proibita nel nostro Paese). Ebbene Grillo ha detto di aver trovato sorprendentemente un “grillino” in Draghi, chiedendo, durante il colloquio avuto con quest’ultimo, un “ministero per la Transizione ecologica”.

Si potrebbe obiettare che non si capisce (in realtà la ragione si comprende benissimo, come spiegherò fra poco) il motivo per il quale i 5 Stelle non lo hanno fatto direttamente loro, visto che sono stati al Governo dal 2018. Ma la risposta è molto chiara e logica, almeno per me. E la ragione è molto semplice. Quella di Grillo non è altro che una pantomima, giacché la sua “richiesta” non è altro che la spinta che il Nuovo Ordine Mondiale, ossia quello di Davos e del “Great Reset” (non è complottismo, visto che è tutto pubblico), vuol far passare attraverso il messaggio che la nuova economia “green“, quella preparata con Greta per capirci, è imprescindibile e auspicabile, perché il futuro non può che andare in quella direzione. Ossia verso la digitalizzazione e il cambiamento dell’industria in una forma -dicono loro- di eco-compatibilità e sostenibilità ambientale. Ovviamente non è così. La nuova industria (sempre loro) inquina tanto quanto quella classica. Almeno allo stato attuale delle cose. Ma sicuramente tende alla sostituzione della manodopera umana con le macchine. Queste ultime lavorano 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, 365 giorni l’anno. Non bisogna pagargli uno stipendio, non si ammalano, non scioperano, sono estremamente efficienti e il loro costo si ammortizza in tempi molto brevi. 

L’annientamento della piccola e media impresa

Questo causerà una vera e propria ecatombe nelle fila dei lavoratori che, di conseguenza, andranno a riempire il bacino dei disoccupati, molto spesso con famiglie a carico. Altra operazione che si sta facendo in parallelo è la distruzione della piccola e media impresa, attraverso le chiusure forzate (i vari  lockdown) dovute, così dicono loro, per il dilagare della “pandemia”. A proposito di quest’ultima, come ha fatto giustamente notare l’ex ministro Antonio Martino (qui, dal minuto 9:17 circa), la si può definire tale? La domada è più che plausibile, visto che la “Spagnola”, all’inizio del secolo scorso, causò circa 50milioni di morti con una popolazione mondiale di circa 1miliardo e 400milioni di persone, mentre oggi il Covid ha fatto circa 2,36milioni di morti (ammettiamo pure per causa diretta) a fronte di 7miliardi e mezzo di abitanti.

Un “salvacondotto” sanitario

Allora le chiusure forzate a cosa servono? In Germania è venuto fuori uno scandalo (che non è stato minimamente pubblicizzato sui media mainstream), grazie alla versione domenicale del quotidiano “die Welt”. In base alle informazioni della redazione di Colonia, venuta in possesso di circa 200 pagine di corrispondenza interna, ottenute dagli avvocati nel corso di una controversia legale (tutt’ora in atto), che coinvolgono il ministero degli Interni e il prestigioso Robert Koch Institut, oltre a molti scienziati di diversi altri istituti di ricerca e Università. Ebbene, il Ministero avrebbe incaricato i ricercatori dell’Istituto e delle altre istituzioni di creare un modello di calcolo sulla base del quale il ministro Horst Seehofer (CSU), ha giustificato le dure misure per il Coronavirus per scopi politici nella prima ondata della pandemia, nel marzo 2020. In uno scambio di e-mail il sottosegretario di Stato, Markus Kerber, chiedeva ai ricercatori contattati di elaborare un modello sulla base del quale pianificare “misure preventive e repressive”. Secondo la corrispondenza, gli scienziati hanno lavorato in stretto coordinamento con il Ministero e in soli quattro giorni hanno sviluppato i “motivi giustificativi” in un documento che era stato dichiarato segreto, che è stato distribuito tramite vari media nei giorni successivi. È così che era stato calcolato uno “scenario peggiore”, secondo cui più di un milione di persone in Germania sarebbero potute morire a causa del virus, se la vita sociale fosse continuata come prima della pandemia.

La chiusura forzata serve dunque a questo (e non a contenere i contagi, visto che sui mezzi pubblici si viaggia comunque stipati, praticamente ogni giorno in ogni nazione): a far fallire intere categorie lavorative. In Germania si calcola che già ora un’impresa su cinque è già bella che fallita. E stiamo parlando di un Paese che ha ampiamente fornito sussidi economici (almeno durante la scorsa primavera) alle imprese messe in difficoltà dalle chiusure forzate. Figuariamoci in Paesi come l’Italia, dove gli aiuti sono stati praticamente inesistenti, almeno nella maggior parte dei casi.

La vita prossima futura

E allora? Dopo il fallimento della piccola e media impresa, cosa accadrà? Beh, la gente inizierà ad attingere ai propri risparmi (c’è chi già lo sta facendo) per poter sopravvivere, poi toccherà ai beni immobili (l’Italia in particolare è il Paese che europeo che ha più risparmio privato, che ammonta a circa 9mila miliardi tra denaro e proprietà immobiliari). I grandi gruppi a quello mirano e in cambio, per non far ribellare la gente, le verrà concessa una sorta di paghetta (chiamatelo pure reddito di cittadinanza universale, o come volete) che permetterà alle persone di sopravvivere e di comprare le merci prodotte dai giganti trasnazionali. Il tam tam per far abituare all’idea del nuovo regime è già partito, facendo passare l’idea falsa che non possedere nulla in cambio di una sicurezza sanitaria (ovviamente obbligando le persone a vaccinarsi per poter compiere le più normali attività sociali, come prendere i mezzi pubblici, o frequentare cinema, teatri o anche prendere un aereo per i viaggi più lunghi) è bello e naturale, perché si può usufruire di tutto affittandolo. Da chi? Ma da loro, ovviamente. Le persone non dovranno possedere più nulla. Fa fico (ve lo stanno istillando su tutti i giornali “di regime”) fare il rider per consegnare pizze tutto il giorno, piuttosto che avere il vostro “vecchio” lavoro. Anche se avete 50 anni. Perché dovete essere precari a vita e vi dovete abituare all’idea. Neanche il denaro contante ci dovrà più essere. Con la moneta digitale (che viene detto conviene per evitare i contagi con lo scambio di cartamoneta, oppure per l’altra panzana del controllo dell’evasione fiscale) saremo tutti sotto controllo in ogni momento. Di noi si saprà sempre dove siamo, cosa facciamo e quando lo facciamo. Inoltre ci si potrà chiudere il rubinetto in qualsiasi momento, lasciandoci in povertà assoluta (cosa si può fare quando una banca ci nega l’utilizzo della carta di credito o del pago-bancomat, o il trasferimento elettronico di denaro?), oltre che essere messi alla pubblica gogna come individui pericolosi per la società se non si rispettano le “regole” imposte dal sistema (cosa che regolarmente già avviene in Cina, uno dei due grandi poli del Nuovo Ordine Mondiale). Il tutto tramite applicazioni sul cellulare o sul computer, se lavorate da casa (smart working è bello e fico), oppure con un chip sottopelle, come sta già avvenendo in Svezia, dove, guarda caso, la “pandemia” ha colpito molto poco e la gente (al contrario di quello che vi raccontano giornali e tv) gira quasi del tutto liberamente. Chissà com’è!

Ebbene, di fronte a questo mondo che ci aspetta, che senso ha ancora discutere di Grillo, i 5 Stelle o Salvini? La risposta datevela da soli.



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Nemulisse

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