Ἄνδρα μοι ἔννεπε, Μοῦσα, πολύτροπον, ὃς μάλα πολλά
πλάγχθη, ἐπεί Τροίης ἱερὸν πτολίεθρον ἔπερσεν.

Narrami, o Musa, dell’uomo dall’agile mente, 
che tanto vagò, dopo che distrusse la sacra città di Troia.

Torniamo ai classici, o ad Omero (o meglio chi creò quel meraviglioso poema) o a Virgilio, quando nel II libro dell’Eneide dice: “Temo i Dànai, e più quand’offrono doni.”.
Sono passati millenni da allora, eppure i concetti espressi rimangono eternamente validi, perfino nella contemporaneità che viviamo noi, figli indegni di tanta grandezza.
Con un inganno, l’uomo dall’agile mente, quell’Ulisse a cui il mio pseudonimo fa riferimento (sia nell’accezione latina che greca), indusse i troiani ad accettare in dono il cavallo (mitologia stupenda, pur se falsa) che portò alla loro distruzione totale. 
Sono partito da lontano e da alte vette per spiegare ciò che penso dell’attualità a noi vicina. I fatti di oggi sono quelli di una guerra in atto, non più portata avanti con lancie e frecce (almeno non direttamente in Europa), bensì con la finanza, l’economia e con altri mezzi che vanno dal terrorismo all’invasione del territorio effettuata con mezzi non proprio convenzionali. Il più ingegnoso di questi è mandare milioni di profughi, o supposti tali, all’interno dei Paesi della già fragile Unione. Una massa di disperati spinti con vari mezzi verso il vecchio continente. Ed il cavallo? Domanderete voi? Eh, beh, quello è solo metaforico oggigiorno. Ricordate agosto del 2015? C’era una Cancelliera che era fermamente contraria all’apertura delle frontiere tedesche. Per quanto riguardava gli altri, italiani inclusi, dovevano stare bene attenti a tenersi i disgraziati che arrivavano via mare dentro i confini patrii, rispettando il trattato di Dublino. Poi, all’improvviso, click! Tutti dentro. Mutti Angela, persona dell’anno per quel gesto secondo il settimanale Time (sarà un caso? Può anche essere), improvvisamente decise di accogliere più di un milione di profughi, quasi tutti siriani. Molte cose furono dette su questa “mossa”, in primis che l’avesse fatto per avere mano d’opera, di cui la Germania è carente, a basso costo. Già, piccolo particolare, però, è che il costo per l’integrazione di questa massa di persone è senz’altro non proprio a buon mercato, per giunta efficace per una piccola parte degli ospiti inattesi, data la difficoltà della lingua in primis e le differenti regole di vita adottate in Germania (poco comprese, a quanto sembra, dagli ospitati). Grande tripudio, almeno fino a Capodanno. In seguito agli incidenti accaduti in tutta la Germania, Colonia in testa, si è iniziato a capire che l’integrazione sarebbe stata tutt’altro che facile, anzi. Ovviamente il malcontento generale si è incanalato, manco a dirlo, nel populismo più bieco e nei revanscismi di partiti estremisti quali AfD ed in movimenti come Pegida. E come sarebbe potuto essere altrimenti? Ma la domanda sorge spontanea: come mai Frau Angela ha deciso così improvvisamente di aprire le porte di casa, passando quasi per santa, e si è poi precipitata da Erdogan, l’hitlerino de ‘noiartri, a chiedergli, con i soldi di noi tutti, di tenersi stretti i profughi che i bombardamenti vari stanno continuando a pompare verso le frontiere europee? Ovviamente il dittatoretto con i baffetti ha subito rilanciato, tanto sul prezzo che sulle pretese. Perché mica è cretino, lui. Arriviamo dunque ad Angela. Ebbene, per quanto banale possa sembrare, secondo me ha agito così per un calcolo sbagliato. Ovviamente indotto da chi la comanda, più o meno a bacchetta. Già, perché così come aveva più volte lasciato a bocca aperta (si fa per dire) per il suo “insensato” comportamento nei confronti di Putin, con le sanzioni volute dagli americani, cambiando improvvisamente, anche su quello, più volte opinione, così adesso, accortasi di essere stata giocata da chi, probabilmente, gliela aveva fatta passare per una mossa elettorale vincente, ha fatto di nuovo dietro front. Anche se in casa propria afferma di voler rimanere aperta all’accoglienza. Sì, a casa degli altri, visto che le frontiere le ha chiuse eccome. Ora deve gestirsi la gatta da pelare e cerca di metterci un rimedio, seppur posticcio.
Insomma chi ha organizzato tutto questo (ne ho già parlato altrove in questo blog) ha mandato questo dono, impacchettato da mossa politica astuta. Quello che non le avevano detto
, alla Cancelliera, era che la sorpresa era tutt’altra.
Ricordo vagamente la fine di Troia. Magari da qualche parte c’è un Enea che sta scappando già, con sulle spalle il padre Anchise, verso lidi migliori. Magari un altro pianeta.
Giambattista Tiepolo – Il cavallo di Troia
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Nemulisse

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