Ultimamente mi capita d’assentarmi dal Bel Paese ed immancabilmente, al mio ritorno, non provo alcun tipo di stupore sentendo i telegiornali o leggendo le “nuove” sulla carta stampata. In pratica potreste andare via per un anno intero ed al vostro ritorno cercando nuove notizie, almeno di carattere politico-economico, non trovereste alcun cambiamento rispetto all’anno precedente, purtroppo!
Dopo le elezioni politiche di qualche mese fa, per la precisione circa 4 mesi fa, il mantra che veniva ripetuto in continuazione era quello delle colpe del Movimento 5 stelle, new entry nel Parlamento italiano, per non permettere la nascita, risolutoria dei mali del nostro Paese, di un Governo. Poi il Governo è stato fatto, così come da molte parti si sarebbe voluto che fosse stato fatto in opposizione alle dichiarazioni proclamate a gran voce da Pd e Pdl di non volere giammai un inciucio, e tutti hanno tirato un gran sospiro di sollievo. Subito dopo è iniziata una campagna mediatica a tutto campo contro il nuovo interlocutore della politica italiana, il Movimento 5 stelle per l’appunto. Bene, sono passati oramai quattro mesi e oltre a “rimandare” il pagamento dell’Imu di qualche mese, cosa questa che comporterà ulteriori aumenti per far fronte al minor gettito fiscale da parte dei comuni, il Governo dei nostri grandi politicanti della domenica non ha partorito un granché altro per far fronte alla disastrosa situazione del Paese. D’altra parte è la stessa situazione disastrosa, anzi se possibile peggiorata, che vide il nascere del salvifico Governo Monti, ovvero la montagna che ha partorito un topolino. Sembra di stare nel film, magistralmente interpretato da Bill Murray e Andie MacDowell, Groundhog Day, in cui il protagonista era costretto ogni giorno ad interpretare la stessa vita del giorno prima: il guaio è che noi non siamo in un film, bensì in una tristissima realtà. Quella tristissima realtà in cui chi ha le redini del potere guarda distante come un abile regista la trista scena interpretata da pedine più o meno consapevoli del ruolo che stanno giocando. Se a tutto ciò aggiungiamo un popolo, il nostro, poco avvezzo a rischiare qualsivoglia tipo di cambiamento, tranne poi ad invocarlo a gran voce attraverso il solito “uomo forte”, il quadro che si prospetta a chi guarda non è certo dei migliori possibili. Già, il nostro non è il migliore dei mondi possibili di leibneziana memoria, bensì un palco in cui si celebra lo stesso copione, giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno oramai. Direi che la soluzione del caso è tutta in mano a chi è vittima di questa che oramai si può considerare una vera e propria carneficina: quando le “vittime” capiranno che ora di ribellarsi ai propri carnefici potrebbe essere troppo tardi!
Nemulisse

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