Analizzando l’informazione, o meglio come si sarebbe chiamata in altri tempi e riferita ad altri Paesi, la disinformatia, del nostro piccolo Paese da provincia del mondo, non si vede traccia di argomenti interessanti per il futuro di tutti noi cittadini, ma che sicuramente non farebbero ascolti televisivi o permetterebbero di vendere qualche copia di giornale in più, come qualche argomento di pruderie legato a qualche scandaluccio di questo o quel cosiddetto Vip, piuttosto che alle infinite vicende processuali di uno dei tanti casi irrisolti d’omicidio o all’ennesimo capitolo delle pagliacciate della politichetta nostrana.
Mi rendo pur conto che trattare argomenti differenti indurrebbe al sonno i più, soprattutto perché quasi nessuno s’è preso la briga di parlare di cose quali il MES in termini semplici, facilmente assimilabili dalla maggior parte della popolazione. In effetti basterebbe spiegare cos’è il MES (Meccanismo Europeo di Stabiltà), meglio conosciuto in Europa come ESM (European Stability Mechanism), dicendo che assieme al Fiscal Compact (altro meccanismo perverso che prevede il pareggio di bilancio, fatto mettere in Costituzione dal buon Mario Monti con l’avallo di re Giorgio I Napolitano) è una vera e propria tegola messa dalla istituzioni finanziarie internazionali sulle teste di tutti noi europei, con buona pace di tutti gli sforzi fatti per poter uscire dalla disastrosa situazione economica in cui versa il nostro continente.
Cos’è in buona sostanza il MES? E’ un fondo istituito dall’Unione Europea per “supplire” alle necessità economiche degli stati di cui ne fanno parte (i 17 Paesi membri dell’eurozona) attraverso un preventivo finanziamento obbligatorio (l’Italia è tenuta a versare circa il 17% della quota totale, pari a circa 125 miliardi di euro) che ammonta ad un totale di circa 700 miliardi di euro. Fin qui si direbbe che non c’è niente di male, anzi! Piccolo particolare però è dato dal fatto che l’eventuale somma data in prestito dal fondo ad uno dei Paesi membri richiede interessi oltre alla cifra prestata a fronte dei quali si richiedono in garanzia beni dello Stato che ne ha fatta richiesta. Per non parlare del fatto che la restituzione del prestito può essere richiesta in qualsiasi momento con un termine massimo di scadenza di 7 giorni, termine oltre il quale lo Stato verrà sottoposto ad imprecisate sanzioni economiche e non. I membri del MES non sono giuridicamente perseguibili da nessuna legislazione dei Paesi membri dell’Unione e non possono rispondere davanti ad alcun tribunale per le azioni da loro intraprese nello svolgimento del loro “compito”. Insomma una dittatura rivestita dalla livrea dell’Unione Europea.
Un’ultima considerazione: la gente si chiede in Italia del perché ci sia la crisi economica, che poi porta con sé quella sociale e tutti i malesseri a questa associati (suicidi, fallimenti, povertà); compito degli organi d’informazione, se ve ne fossero di degni di questo nome, dovrebbe essere quello di far capire che l’origine dei mali che ciascuno vive sulla propria pelle viene da decisioni che vengono fatte passare per “normali” da personaggi messi ai posti di comando proprio da chi ha tutto l’interesse a far comuniacare solo certi tipi d’informazione, ovviamente tendente a confermare la propria strategia e denigratoria nei confronti delle voci di dissenso. Dunque, visto che tranne poche lodevoli eccezioni, almeno in Italia, non c’è questo costume alla critica, la Rete dovrebbe servire a questo scopo oltre che a mettere le foto dei compleanni sui social media o manifestare il proprio dissenso con un semplice “mi piace” a qualche post, magari anche banale, sull’avvenimento locale del giorno.
Per chi volesse approfondire: link.

Nemulisse

One thought on “Il Mes è iniziato, venite in pace!

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