Così recitava la canzone di Riccardo Cocciante, e così sembrano recitare solo ora i molti ben pensanti di questo Paesucolo, tutta quella massa di inetti che popolano quotidianamente le nostre televisioni piuttosto che i nostri giornali, dai cosiddetti onorevoli ai sé dicenti giornalisti ed opinionisti a vario titolo. Da ogni parte un coro unanime di “era prevedibile”, di “certo, non in questa misura, ma…”, di “bisogna che ora siano responsabili”. Tutta questa massa di pecoroni, che padre Dante avrebbe sbattuto probabilmente nell’ottavo cerchio dell’Inferno, nella bolgia dei ruffiani o in quella degli adulatori, giustamente immersi nello sterco, s’erano fino a poco tempo fa spesi con tutte le loro forze nel bollare come “anti-politica” il movimento 5 stelle, a partire dal nostro reverendo Capo dello Stato che si rifiutava addirittura di prendere in considerazione l’idea che tale movimento potesse far parte della vita “politica” del nostro bistrattato Paese. Ora c’è addirittura l’ipotesi che debba vederseli davanti per giurare fedeltà alla Repubblica come ministri della stessa: che colpo! Speriamo gli reggano le coronarie, vista l’età. Dopo il Papa non vorrei che venisse a mancare a questo Paese un altro punto di riferimento essenziale. Così di giaguaro in giaguaro da smacchiare, di promesse di copiosi posti di lavoro in promesse di cancellazione di tasse, di rialzi dello spread in preoccupazioni dei Mercati (che paura!), l’Italietta andrà avanti fra una Germania mastino da guardia della “stabilità” europea ed una Gran Bretagna, gufo degli Stati Uniti, pronta ad approfittare di ogni passo falso degli altri Paesi comunitari. Sopravviveremo, nonostante Grillo, sopravviveremo.
Gustave Dorè – Gli adulatori

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Nemulisse

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