Un particolare inequivocabile della vita politica, e non solo, italiana è quello di avere la memoria estremamente corta. Mi riferisco alle polemiche che periodicamente montano all’interno di tutte le formazioni partitiche circa il “vecchio” modo di fare politica rispetto ad un presunto “nuovo”. In tempi d’elezioni prossime tutti s’affannano a mostrarsi, secondo la moda del momento dettata dal fenomeno, questo sì nuovo tanto che lo si condivida che invece lo si contesti, di Grillo e “grillini”, dicevo tutti corrono gli uni contro gli altri nel mostrarsi come le “verginelle” dell’agone politico per gli occhi di “presunti” elettori ciechi. In particolare trovo singolari i distinguo che vengono da più parti dichiarati da politici e politicanti di vetusto corso, i quali rivendicano il diritto di specificare il loro modo “diverso” e l’impegno profuso, ciascuno dalla propria parte, nel fare il “bene” dei cittadini in passato, con impegno e dovozione completa, perfino a detrimento della propria vita privata (questo ovviamente tralasciando tutte le probende e i privilegi che da tale “oneroso” compito gliene sono derivati)! In particolare alcuni parlamentari del PD che stazionano in Parlamento da diversi anni rivendicano, perfino nei confronti di alcuni loro colleghi che li vorrebbero “rottamare”, una sorta di intoccabilità derivante da tale presunto impegno positivo nella loro lunghissima vita politica militante e no; ebbene, proprio a costoro, vergini pensatori, portatori sani di buonsenso politico, mi sarebbe sempre piaciuto chiedergli dove fossero loro, grandi lavoratori per il bene del popolo, quando, pur avendone l’occasione, nulla hanno fatto per cambiare le leggi schifose che hanno mantenuto al potere per vent’anni il loro maggiore “avversario” politico, quel Silvio Berlusconi tanto detestato a parole, ma non nei fatti. Anzi, quando come formazione politica al Governo del Paese avrebbero potuto fare leggi che mettessero paletti consistenti ad una deriva durata così a lungo nei costumi politici, sociali ed economici della nazione, hanno preferito far parte di quello sfacelo, in modo del tutto colpevole, partecipando ad un banchetto di cui, economia a parte, i brandelli ci rimangono addosso in questo momento storico, con una società che è ridotta come è anche grazie alla loro complice nullafacenza. E tutto questo è accaduto ben prima del cosiddetto fenomeno Grillo, il quale ora viene additato come il maggiore responsabile della voglia di cambiamento insita nella popolazione (quasi questa fosse una colpa), nonché come una sorta di “distruttore” delle Istituzioni ufficiali, distrutte completamente da loro stessi molto tempo prima. Per rimanere alla saggezza popolare, è “il bue che dice cornuto all’asino”!

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Nemulisse

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