C’è una cosa che s’impara nella vita solo con il tempo; questa cosa la si crede impossibile a lungo e non si presta orecchio a chi, avendone già provato l’amaro sapore che lascia nel profondo, ci dice che prima o poi capiterà anche a noi; questa cosa, sebbene paia esser molto banale, è fra le più profonde che un essere umano possa sperimentare e che lascia i segni più profondi nell’animo. Questa cosa è l’ineluttabilità del cambiamento, non nel senso più banale che ciascuno può sperimentare, cioé l’invecchiamento, il passare del tempo in sé e per sé: così sarebbe semplicemente constatare la caducità dell’essere umano che è insita nella natura dell’esser uomini. Ciò a cui faccio riferimento, invece, è il pensare, errando a causa della spontaneità che ci spinge a crederlo, che le situazioni, soprattutto quelle gratificanti, possano essere nel nostro sentire di esseri umani “eterne”. Esempio tipico sono gli affetti il cui apice è l’amore. Quando si è innamorati si pensa che sia un sentimento destinato a durare in eterno (sennò che amore sarebbe!), ma si scopre con il tempo che purtroppo non è così e che quel senso di benessere che proviamo in quei momenti irripetibili è destinato a svanire. L’amicizia, perfino questo legame, da me creduto in gioventù più profondo nell’animo dell’amore stesso, perché non condizionato da fattori strettamente sessuali, è anch’essa legata al medesimo destino. Per non parlare di sentimenti o fattori di legami di altro genere che coinvolgono l’essere umano, tipo la simpatia o l’affetto. Siamo esseri disgraziati che s’affannano a rincorrere la felicità non capendo che non potrà mai appartenerci fino in fondo!
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Nemulisse

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