Nell’anno di grazia 1096 (per alcuni già si potrebbe annoverare la prima impresa nel 1095) Goffredo di Buglione, al secolo Godefroy de Bouillon signore della Bassa Lorena, partì per dare inizio alla cosiddetta epoca delle Crociate. Il casus belli dell’epoca fu la richiesta d’aiuto di Alessio I Comneno, imperatore di Bisanzio, lanciata a papa Urbano II per contrastare i Turchi. L’occasione sembrò essere delle migliori per allargare i confini d’influenza in quei territori dei signori feudali d’Occidente. Fu così che la partecipazione fu copiosa per andare a liberare il Santo Sepolcro dagli “infedeli” musulmani.
Anno di grazia 2015. Il mondo è cambiato, e tanto. Le guerre e le stragi per il potere sono sempre rimaste. Sono cambiate le sfere d’influenza politica ed economica. L’Europa non è più il “centro” del mondo e altre sono le logiche che muovono gli eserciti. Tuttavia c’è stata una grande evoluzione nel modo di far percepire alla gente comune i motivi per fare le guerre e per convincerla a sopportare ogni genere di angheria ed ingiustizia. La schiavitù in Occidente è di tipo prevalentemente economico, ma non solo. Quella intellettuale è altrettanto potente ed avviene attraverso i mass media. Chi detiene il potere dell’informazione, in qualunque forma, detiene un’arma potentissima con cui manipolare le coscienze.
Il caso di Charlie Hebdo, azione di per se stessa orrenda, fa leva su un sentimento popolare che ha le sue radici sulla povertà, l’ignoranza ed il disagio sociale (preesistenti all’atto criminale). E’ proprio tale disagio l’humus sul quale queste azioni fanno facile presa (e questo a prescindere da chi abbia compiuto effettivamente l’atto). Se a tutto ciò aggiungiamo un bel pizzico d’ipocrisia dell’Occidente, tanto fra chi “detiene il potere”, quanto fra la popolazione comune, il quadro è completo. Chi di noi non sarebbe disposto a limitare la propria libertà in nome di una maggiore presunta sicurezza? Se un problema non esiste, basta crearlo per ottenere di far accettare la cura ad esso. E’ un po’ come creare virus per vendere antivirus. Se questo avviene in un ambiente volutamente tenuto “scoperto”, il gioco diventa molto semplice.
Nessuno nega che i problemi sociali siano presenti sul territorio francese, piuttosto che su quello spagnolo, greco o italiano. Se questi esistono non è un caso. Come non è un caso che vadano ad alimentare un malcontento covato lentamente, probabilmente per anni, da parte di chi è costretto a vivere tali situazioni di povertà. La povertà porta la delinquenza e di conseguenza il disagio. Proprio questo è il punto dunque. Quale migliore campo sul quale svolgere i propri giochi segreti per ottenere una reazione largamente prevedibile? Ovviamente, a ruota, possono seguire veramente azioni di esaltati che pensano realmente di “vendicare” offese religiose con azioni eclatanti. D’altra parte la madre degli imbecilli è sempre incinta, come nel caso avvenuto non più di 3 anni fa, nel luglio del 2011, quando Anders Breivik uccise 77 persone e ne ferì più di 300 sull’isola di Utoya, in nome della “cristianità”. Dunque che qualche reale esaltato possa avere preso la palla al balzo per dar sfogo alla sua follia omicida anche in Francia, rientra nella possibilità di casi come questo. Ma non sono la stessa cosa, anzi.
Le modalità con le quali si sono svolti i fatti di Parigi fanno pensare ad un lavoro effettuato da professionisti del settore, per capirci servizi segreti (francesi? Statunitensi? Israeliani? Questo non saprei dirlo), e non certo due “senza tetto”, per quanto addestrati in medio oriente e fatti rientrare dai servizi d’intelligence francesi che, guarda caso, come fu per le torri gemelle a New York, poco dopo sapevano esattamente chi fossero e da dove venissero (anche per il fortuito caso delle due carte d’identità lasciate sbadatamente nell’auto). Non un colpo è stato sprecato, tutto è filato liscio come l’olio e la fine dei “presunti” terroristi è stata come da copione (e come prevedevo nel mio precedente post), cioé sono stati uccisi e non presi vivi per poterli interrogare. Tutto ciò oltre alle incongruenze con chi si vuole immolare per la propria causa religiosa musulmana, cioé cercando il martirio. I nostri si erano invece, coraggiosamente, dati alla fuga.
Sono certo che ora partirà un esercito di volenterosi, da tutti i Paesi occidentali, capeggiati da Stati Uniti e Israele in testa, alla volta della “terra santa” siriana, in primis. Il tutto con il beneplacido dell’opinione pubblica, benedicente la nuova crociata per la riconquista di un’identità che non si è accorta che le è stata scippata da tempo, ma non certamente dai musulmani. Dovremmo guardare un po’ meglio in casa nostra, ad alti livelli, trasversalmente fra più nazioni a partire dall’altra parte dell’Oceano, per finire proprio in Medio Oriente, dove ci sono Paesi musulmani e no a cui questo sporco gioco conviene, eccome.