Questa è la storia di un Paese dei balocchi dove gli abitanti, decisamente sonnacchiosi, si riunivano giorno dopo giorno sulla pubblica piazza per sentire il sermone dell’imbonitore di turno che guidava il Paese medesimo. E’ una storia un po’ noiosa, perché sempre uguale, ed un po’ triste, perché fa intendere la fine non proprio gloriosa. Giorno dopo giorno l’imbonitore, comandato da sottili fili trasparenti che abili burattinai tenevano da lontano, raccontava una favola sul futuro del Paese e tutti lo ascoltavano a bocca aperta, come se ciò che dicesse fosse realmente rilevante per un domani migliore rispetto al mesto presente. Lo schema era sempre lo stesso: “…bla, bla, bla… Dobbiamo riformare il Paese, sennò nella Grande Nazione non saranno contenti e la nostra condizione rimarrà quella che è”.
Così gli anni passavano e la massa pendeva dalle labbra del solito imbonitore con deferente atteggiamento, come fosse un salvatore della Patria. Historia magistra vitae, diceva Cicerone, ma in questo caso non risultava essere vero, purtroppo.
Un altro anno è passato. E’ cambiato l’imbonitore. I problemi sono aumentati ed i cittadini del piccolo Paese sono rimasti sempre gli stessi, cioé sonnacchiosi e privi di senso critico. Forse, anzi no, senza il forse, se li meritano gl’imbonitori e la loro condizione. Visto che gli piace tanto il bastone, s’accontentano dell’illusione della carota.

Laura Mengani – Il bastone e la carota

 

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