“Vengo a trovarti”, diceva Martina allontanandosi lungo il viale, “lo prometto!”. Quella fu l’ultima volta che la vide mentre le faceva un gran sorriso. Erano anni che aveva deciso di ricercarla, ma una strana indolenza, diciamo intima, dell’anima, glielo aveva impedito. Così era sopravvissuto a questa sua voglia, tanto da dimenticarsene oramai.
E’ bella Parigi all’alba, specialmente a maggio. Il sole accarezza dolcemente la collina di Montmartre e s’insinua fra i vicoli che scendono dalla chiesa, verso valle. “Bonjour, madame Olivier”; “Bonjour à vous monsieur Moretti” rispose la vicina mentre usciva di casa trafelato. Poco più di 5 minuti ed ecco la fermata di Pigalle. Pochi scalini per scendere fino alla linea 12; venti minuti per arrivare alla Concorde, un caffé al bar difronte l’ufficio e via sull’ascensore, fino al 25° piano del grande edificio bianco.
Piano 12, quello delle assicurazioni Axa. Fermata d’obbligo perché entrano parte degli impiegati che, dopo aver timbrato, salgono nell’ufficio aperto al pubblico al 20° piano. S’aprono le porte, pochi secondi e Paolo si sente mancare: era lì, se ne era quasi scordato, l’aveva sepolto quel ricordo come a volerlo reprimere, ma ora era lì. Eh sì, il ragionier Berthoud era lì che lo fissava con sguardo serio e profondo; gli si avvicinò e gli disse: “Mensieur Moretti, non avete ancora pagato la vostra quota della cooperativa!”.

Beh! Che v’aspettavate? La solita storia melensa di lui lasciato da lei  (o viceversa) che poi si ritrovano e vivono più o meno felici assieme? Nooo, roba da soap opera. Io, notoriamente, sono un cinico e preferisco farmi mandare a quel paese da chi ha letto queste poche righe. D’altra parte mi sto preparando all’aria del Santo Natale. Ne avrete di tempo per sentire storie dove il bene vince sempre sul male e dove l’amore trionfa su tutto. Poi mica posso sempre scrivere cose serie, no? 😉

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Nemulisse

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