“Le premier qui, ayant enclos un terrain, s’avisa de dire : ceci est à moi, et trouva des gens assez simples pour le croire, fut le vrai fondateur de la société civile. Que de crimes, de guerres, de meurtres, que de misères et d’horreurs n’eût point épargné au genre humain celui qui, arrachant les pieux ou comblant le fossé, eût crié à ses semblables : gardez-vous d’écouter cet imposteur ; vous êtes perdus, si vous oubliez que les fruits sont à tous, et que la Terre n’est à personne”*

Eh sì, il filosofo francese Rousseau aveva ben presente il concetto di ineguaglianza derivante dal dichiarare come proprio ciò che è di tutti in origine! Ebbene, ciò che alla sua epoca (siamo a metà del ‘700, il secolo dei Lumi per intenderci) era di chiara evidenza, sembra non essere così chiaro ai “potenti del mondo” di oggi (secolo questo che i Lumi dell’intelletto sembra averli scambiati per lampade, che per giunta fanno anche poca luce!). Al buon Jean Jacques sarebbe parso inconcepibile, forse, pensare che un bene come l’acqua o l’aria, beni comuni per l’appunto, si potessero privatizzare e quindi vendere agli altri esseri umani. Eppure questo è accaduto! Compagnie internazionali si arrogano oramai il diritto di appropriarsi delle maggiori riserve d’acqua del pianeta (le più grandi sono proprio francesi, la Vivendi del gruppo Veolia e la Suez Environnement) per rivenderle poi agli stessi popoli che vedono scorrere sui loro territori quei corsi d’acqua; i Paesi industrializzati hanno trovato il modo di “comprarsi l’aria” attraverso la compravendita delle cosiddette “quote d’inquinamento” stabilite dal protocollo di Kyoto, in base al quale ciascun Paese aderente ha diritto a “quote” di aria da inquinare con le proprie industrie, salvo poi sforare il tetto prestabilito perché si è deciso, con ipocrisia tipica di certi ambienti, che ogni Paese aderente potesse vendere le proprie di quote ad altri, facendo risultare in pratica il totale delle emissioni nell’aria entro certi parametri. Di fatto la storia del “pollo a testa”, senza considerare ovviamente chi al protocollo non ha aderito quale un piccolissimo Paese come gli Stati Uniti, o Cina ed India che non sono tenuti a rispettare tali limiti d’emissione.
Povero Russeau, non poteva mai immaginare, lui, che qualcuno si sarebbe inventato anche il modo per vendere il denaro, che da diversi secoli oramai regola le economie del mondo per così dire “civile”. Al suo tempo i “luigi d’oro” o gli scudi che circolavano in Francia erano il corrispettivo di una ricchezza nel metallo prezioso, poi molto più tardi, verso la fine dell’Ottocento, sono arrivate le moderne banconote che erano emesse dalle Banche centrali a fronte delle riserve auree. Dal 1971 non è più così (ho già in altri post trattato questo argomento) ed oggi un ristretto gruppo di oligarchi, di cui i fulgidi rappresentanti della BCE fanno parte, vendono denaro, sia sotto forma di banconote sia sotto forma di crediti, a tutti i Paesi europei, denaro che in verità dovrebbe essere loro di diritto, visto che producono merci a fronte delle quali tale denaro dovrebbe essere stampato.
In Italia poi, sempre il buon filosofo francese, sarebbe portato a stampare in Parlamento, con una gigantografia questo suo pensiero, visto che gli ultimi Governi, diciamo negli ultimi 20/30 anni, si sono venduti e continuano a farlo o tentare di farlo, interi pezzi di patrimonio pubblico con la scusa di “ripianare il debito”! Debito di chi? Contratto da chi? Nei confronti di chi? A fronte di cosa?
Ho sentito un popolano romano che saputa la notizia dell’intenzione del Governo Letta di vendere “la robba”, anche sua, ha gridato rivolto al Parlamento: “ma venneteve la mejo robba (ho educolcorato volutamente il termine usato) vostra, no quella nostra!”. Che dire? Forse la saggezza popolare ha talvolta ragione? Sono sicuro che Russeau non avrebbe nulla da ridire su questo…


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“Il primo uomo che, avendo recintato un terreno, ebbe l’idea di proclamare questo è mio, e trovò altri così ingenui da credergli, costui è stato il vero fondatore della società civile. Quanti delitti, quante guerre, quanti assassinii, quante miserie, quanti orrori avrebbe risparmiato al genere umano colui che, strappando i pali o colmando il fosso, avesse gridato ai suoi simili: Guardatevi dall’ascoltare questo impostore; se dimenticherete che i frutti sono di tutti e che la terra non è di nessuno, sarete perduti!”.

Jean-Jacques Rousseau, Discours sur l’origine et les fondements de l’inégalité parmi les hommes,partie II, p. 222

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