“E’ l’Italietta che va, con le sue macchinine vrum vrum, sulle piccole autostrade bum, sotto cieli di cristallo blu, blu”, verrebbe da parafrasare una bella canzone di Ron dell’ormai lontano ’86. Già, poco è cambiato sotto il cielo d’Italia da 25 anni a questa parte, o forse invece molto. Nulla è cambiato nei costumi degli italiani, sempre presi dal loro piccolo orticello che sbocca nella bella stagione nell’obbligo quasi morale della vacanza, per lo più al mare, rispettando il rito del 15 di agosto rigorosamente a fare qualcosa “fuori” casa. Molto invece è cambiato nelle vite di tutti noi a causa di una povertà crescente, di un senso di precarietà oramai istituzionalizzata perfino nelle notizie dei telegiornali, al punto tale che non ci si fa nemmeno più caso quando si sente di qualcuno che non ce l’ha fatta ed ha preferito terminare le proprie sofferenze in modo violento, togliendosi la vita. Ecco, presto torneranno tutti dalle vacanze, le città si rianimeranno come ogni anno, con nervosismo per il caldo ancora forte, per il riammassarsi tutti nelle vie congestionate dal traffico, per i problemi di sempre lasciati per un paio di settimane con l’illusione che non li avremmo ritrovati al nostro ritorno, con ancora meno denaro in tasca per aver vissuto il nostro “giorno da leone” non pensando troppo agli altri 340 da pecora che ci stavano aspettando lì, dove li avevamo lasciati, a casa, assieme ai vicini rumorosi e magari al nonno malato in un letto d’ospedale. Il tutto condito da prospettive a dir poco risibili sul piano di una ripresa economica e sociale del Paese. La politicuccia dei piccoli, anzi inesistenti politicanti da strapazzo che “guidano” il nostro martoriato Paese, come un ubriaco che non ha meta fissa, ha fatto finta di darsi da fare per risolvere una situazione che non sa neanche da che parte prendere. Personaggiucoli che definire insipienti della benché minima nozione politica vorrebbe dire offendere la nobile arte dela Politica continuano ad infestare il Parlamento ed a traino tutti i mass media, con la loro presenza nefasta, agitandosi e proclamando ora da una parte, ora da quella opposta, la loro “crociata santa” in difesa del loro interessuccio di parte, per nulla curandosi dei reali problemi di chi dovrebbero governare in nome di un bene generale che non sanno minimamente cosa sia. Ed ecco allora che i tristi giornalistucoli, degni di cotanto panorama, s’affannano a rincorrere ora l’uno, ora l’altro per sapere “l’ultima” sul salvacondotto a Berlusconi sì o a Berlusconi no, piuttosto che tessere le lodi di quell’altro servetto di Giorgio I, re d’Italia, il nipotino per eccellenza della politica nostrana (si è sempre nipoti di qualcuno nelle cariche a vari livelli in Italia!) che si lancia in una pericolosissima missione di metà agosto in Afghanistan, per ribadire l’impegno del nostro “grande” Paese nel portare la democrazia nel mondo a forza di bombe. Con questo bel quadruccio, ma dove vogliamo andare nei prossimi mesi d’autunno se non verso un baratro ancora più grande? Gli italiani tornati dalle ferie dei corpi dovrebbero capire che è ora di tornare anche da quelle dei cervelli, a meno che non vogliano rendere il loro un Paese d’emigranti, dove la sola possibilità di sopravvivenza è la fuga. “E’ l’Italia che va” diceva Ron, già, ma la vacanza è finita e da un pezzo oramai!
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Nemulisse

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