…Mi torna alla memoria,per esempio, che qui, proprio un anno addietro,
in questo stesso periodo, in questa precisa ora, erravo per questo medesimo
marciapiede, sconsolato come adesso! E ti viene da pensare che anche allora
i sogni erano tristi e, sebbene anche prima nulla ci fosse di più lieve, hai
tuttavia l’impressione che tutto, invece, lo fosse e che vivere fosse più facile
e più tranquillo, e che non ci fossero questi neri pensieri che ora ti serrano 
nella loro morsa, questi rimorsi tetri, cupi che ora non ti danno pace né giorno,
né notte! E ti chiedi: dove sono dunque i sogni tuoi? E, scotendo il capo, dici:
come veloci volano gli anni! E ancora ti chiedi: che ne hai fatto di quei tuoi anni?
Dove hai seppellito il tuo tempo migliore? Sei vissuto oppure no? Guarda, dici a te
stesso, guarda come il mondo diventa freddo! Passeranno ancora degli anni
e dopo di essi verrà la cupa solitudine, verrà, appoggiata alle stampelle, la
tremante vecchiaia, e poi angoscia e desolazione… Impallidirà il tuo
fantastico mondo, appassiranno e moriranno i sogni tuoi e cadranno come
le foglie gialle dagli alberi… Oh, Nàstenka! Sarà triste restar solo,
completamente solo, e non avere neppur nulla da rimpiangere, nulla,
proprio nulla… perché tutto quanto perderò, non è stato che nulla, uno
stupido, tondo zero, nient’altro che sogno!»

Fëdor Dostoevskij, Le notti bianche (Белые ночи)

Torniamo a studiare i classici, hanno già detto tutto e, spesso, nel modo più bello!

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Nemulisse

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