Ogni anno in Italia si ripete lo stesso disgustoso balletto di scarico di responsabilità per le disgrazie accadute a seguito di disastri ambientali dovuti al degrado in cui versa il nostro territorio: “E’ colpa dei metereologi che non hanno evidenziato l’eccezionalità delle precipitazioni”, “Gli eventi eccezionali accaduti non potevano essere previsti”…, ecc., ecc.. Uno spettacolo dato da politici ed amministratori locali che puntualmente cercano di giustificare in modo fittizio la mancata presa in carico di responsabilità per l’accaduto. Ora, in un Paese disastrato da diversi punti di vista come, purtroppo, è il nostro fa sinceramente schifo dover subire tante cialtronaggini da esseri inetti, che nel peggiore dei casi prendono lauti stipendi pubblici, incapaci di prendere decisioni ed assumersi responsabilità che l’incarico che ricoprono dovrebbero essere a loro carico. In un quadro in cui ci sono centinaia, anzi migliaia di famiglie che ogni anno per queste “ineluttabili” fatalità perdono la vita e tutti i loro beni, accumulati in una vita di sacrifici e duro lavoro, assistiamo all’annuncio-smentita-annuncio del reiteramento dei fondi per la costruzione dell’ormai leggendario ed assolutamente inutile ponte sullo stretto di Messina. I costi reali presunti di tale opera, inutile momumento foraggiatore di denaro per la Mafia ed i corrotti a tutti i livelli, raggiungono secondo recenti stime (compresi gli studi preliminari e di progettazione) all’incirca i 12-15mila miliardi di euro! Ma quante opere di carattere pubblico e di vera utilità sociale si potrebbero realizzare in Italia con un tale fiumen di denaro? Dalla messa in sicurezza del territorio (onde evitare il solito bollettino di necrologi di cui sopra), al rifacimento della rete nazionale degli acquedotti, alla messa in sicurezza di edifici pubblici, le scuole in primis. Senza contare che la mano d’opera necessaria all’esecuzione di tali opere risolverebbe almeno alcuni problemi di occupazione presenti nel mercato del lavoro, quello dell’edilizia per primo.
Purtoppo gli italiani continuano a preferire il farsi rimbambire dai vari “Grande Fratello” o dalla catena di negozi di elettronica che, promettendo sconti eccezionali su vari prodotti, ottiene una pubblicità gratuita incredibile, donata dalle migliaia di “topi” attirati dal loro piffero incantatore per acquistare l’agognato gioellino tecnologico. Quello che una volta si sarebbe definito il proletariato consumatore ora si è spostato sulla cosiddetta classe media. L’italiano medio perde il lavoro e subisce leggi inaccettabili che condizionano la sua vita lavorativa o sociale, ma non può rinunciare all’ultimo modello di cellulare venduto con un grande sconto o al televisore a led a metà prezzo. Poi, la sera, con il cellulare nuovo in mano, davanti al bellissimo televisore a led comprato la mattina, dopo aver fatto a capelli con migliaia di altre persone come lui, si commuove alle immagini di coloro che stanno sotto tre metri di fango e annuisce alle parole del politicante di turno che cerca scuse inaccettabili per l’accaduto, rimandando le responsabilità agli altri. Mi duole dirlo, ma il nostro è un Paese morto, pieno di zombies lobotomizzati dalla tv e da una cattiva educazione al sociale, dove lo studio e l’approfondimento sono una cosa ormai lontana. Tutto ciò, purtroppo, farà di noi un Paese senza futuro e non ce ne stiamo rendendo conto; fa bene, chi ne ha la possibilità, ad andare a cercare il proprio altrove, in un Paese estero dove, non avrà il nostro cibo, il nostro paesaggio e la nostra ex qualità di vita, ma senz’altro avrà la possibilità di vivere in modo dignitoso e con speranza.

Vedetevi come è ridotta l’Italia anche dalle puntate di Report

Nemulisse

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