Tanto, tanto tempo fa, in un Paese di vecchi, nani, ballerine e servetti viscidi si doveva eleggere il nuovo re. Il Paese era tutto in sobbuglio perché ogni occasione, grande o piccola che fosse, era un modo per farsi vedere e riempire l’aria di grandi paroloni da parte di ciascuno, facendolo sentire importante almeno per un po’. Anche in questa occasione tutti si sentivano in dovere di dire la loro e ciascuno faceva pronostici, più o meno credibili, cianciando di future prospettive a seconda del re che fosse stato eletto. Andarono avanti così per giorni, finché una decisione venne presa, lasciando contenta una parte della popolazione e, ovviamente, scontenta l’altra, come al solito. Non ricordo il nome del re che fu eletto, ma ricordo con una certa freschezza di mente la tristezza infinita che mi colse nel vedere quanto vecchio fosse il Paese, fatto appunto di vecchi, nani, ballerine e servetti viscidi, gli stessi di sempre, gli stessi che avevano partecipato all’elezione del precedente re, del precedente primo ministro e di quelli di prima ancora. Per fortuna tutto questo accadeva tanto, tanto tempo fa, prima che il Paese fosse giudicato oramai morto!
Nemulisse

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