Una delle caratteristiche del popolo italiota è sempre stata quella di essere accondiscendente, per non dire sottomesso a quanto dettato da chi emana il proprio potere dall’alto, sia esso organo dello Stato, ovvero ente privato di fama nota di qualsivoglia genere. In particolare mi riferisco al fatto che qualunque sacrificio, sopruso o irregolarità si metta in pratica nei confronti dell’italiano medio, se provenga da quelle che vengono comunemente riconosciute come “autorità”, allora non vengono messe minimamente in discussione dal cosiddetto popolo, mentre se le propinasse il proprio vicino di casa verrebbero tacciate per quello che, in realtà, spesso sono. Il mezzo tramite cui tali azioni vengono fatte digerire come “normali” è quello principe dei nostri tempi, ovvero la televisione, per mano di quegli esseri incapaci (nel migliore dei casi) se non prezzolati che si definiscono giornalisti. Gli esempi di tale fenomeno sono numerosi, dall’annuncio di downgrade da parte di una delle ormai famose agenzie di rating (tutti termini di cui la maggior parte degli italiani ignora perfino il significato) della capacità produttiva dello Stato, all’aumento giustificato dal rincaro di questo o quel bene primario della benzina, piuttosto che del latte o del pane. “Eh, se lo fanno vuol dire che è necessario, sennò stiamo fuori dai parametri dell’Europa!”, oppure “Ma, guarda, se le cose costano di più che dalle altre parti è perché sono migliori che altrove”. E così via discorrendo. Quasi a nessuno viene in mente di mettere in dubbio tale stato di cose, di chiedersi se le cose stiano effettivamente così, per una sorta di sudditanza psicologica nei confronti dell’autorità costituita.Quando poi si fa il confronto con gli altri Paesi si dice subito, senza la benché minima cognizione di causa sull’argomento, che “tutto il mondo è paese”, non essendosi mai mossi dal divano di casa propria nella stragrande maggioranza dei casi o al massimo dopo aver fatta una vacanzina di una o due settimane, con tutta la famiglia al seguito, girando e visitando i posti turistici di maggior grido e non avendo la più pallida idea di come le cose funzionino nella vita comune del Paese che si sta visitando. Esempio tipico è la sequela di luoghi comuni su Paesi quali la Germania di cui si dice: “Eh si, hanno gli stipendi più alti che in Italia, ma il costo della vita è notevolemente più alto che in Italia!”. Niente di più falso! Una cassiera di supermercato in Germania guadagna, mediamente, sui 1.800€ al mese, un operaio specializzato si aggira sui 2.500€. Facendo un istruttivo giro nei supermercati tedeschi ci si accorgerebbe che, al contrario di quella che è la vulgata comune, i prezzi dei medesimi prodotti venduti in Italia sono mediamente 3 o 4 volte meno cari che nel Bel Paese. Ora la domanda sorge spontanea: perché la gente in Italia 1) non s’informa prima di parlare, 2) non s’imbestialisce una volta scoperta la realtà per quella che è e non per quella che le viene propinata? Perché l’italiota medio, pieno di oggettini altamente tecnologici, come smarthphone, Ipad e similari non li usa almeno per cercare di rompere il muro che gli viene creato attorno da chi ha tutto l’interesse a che continui a non pensare in modo autonomo?
Ecco, direi che questo è sì uno dei più grandi misteri del pianeta, altro che il mistero di Fatima!
P.S.: io una spiegazione ce l’avrei pure, ma rischierei di passare per quello che sono: “un disfattista, criticone”… 😉
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Nemulisse

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