Il celebre motto dell’Ordine della Giarrettiera, istituito da Edoardo III d’Inghilterra (nato peraltro a seguito di un episodio tutto sommato di banale galanteria), sembra essere uscito dalla bocca dei difensori dello “status quo”, di qualsiasi epoca, in qualsiasi Paese. Ciò è più vero che da altre parti in Italia, Paese notoriamente dormiente, un po’ per indole, un po’ per convenienza, un po’ per ignoranza. Già, l’ignoranza, il potente mezzo utilizzato da chiunque voglia rendere gli altri schiavi, nel fisico, ma soprattutto nelle menti. In un mondo più o meno tecnolocizzato come il nostro, i media sono oramai il piffero usato per incantare, per rendere uniforme il pensiero, per rendere innocui i fruitori passivi di ciò che vi si fa transitare. Quegli stessi media che, in realtà, sarebbero in potenza la chiave di volta per scardinare il “pensiero unico” dilagante. Nell’antichità c’erano i maestri del pensiero che distribuivano per pochi fortunati il sapere ed i suoi aspetti più progressisti, quel sapere che nelle sue forme più alte s’è tramandato attraverso la filosofia, la letteratura, le arti in generale fino ad arrivare ai nostri giorni. Poi si è arrivati finalmente all’istruzione di massa e chiunque, in teoria, ha avuto la possibilità di accedere direttamente al sapere, rendendosi in tal modo capace di scegliere in modo autonomo il “pensiero” a cui aderire in modo libero e non per imposizione. Con la tecnologia alla portata di tutti, teoricamente, chiunque potrebbe essere in grado di cercare di capire ciò che nella vita comune, quella di tutti i giorni, quella in cui milioni d’informazioni vengono messe a disposione nel mondo intero, è vero distinguendolo dal verosimile. Filippo il Cancelliere sosteneva che “bonum et verum convertuntur” (concetto di antica origine), ed in fondo è vero, ma ciò che ci viene spesso propinato come essere il nostro bonum non sempre è in realtà tale. E’ disarmante seguire i commenti della gente alle notizie che vengono loro propinate per giustificare decisioni prese da governanti, finanzieri, personaggi che detengono il potere a diverso titolo e in diverse situazioni e che riguardano la loro stessa vita sociale, economica, di pensiero. Un proverbio dice che ci si abitua a tutto, e sembra che sia proprio così, anche se così non dovrebbe mai essere. “Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza” diceva padre Dante nel canto XXVI dell’Inferno, ma rimane un’esortazione inascoltata ai tempi dei cibi precotti, del tempo tiranno, dei pensieri perduti e di quelli corrotti, al tempo presente, che ricorda molto da vicino quello più oscuro passato o forse futuro di un’umanità molto, ma molto distratta.
Magritte –Golconde
Nemulisse

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